Waxahachie si trova nella Ellis County, in Texas, a sud di Dallas.
Vi devo confessare che Waxahachie è una delle mie parole preferite in assoluto. Vi prego, ripetetelo con me:
Waxahachie /ˌwɒksəˈhætʃi/
Waxahachie /ˌwɒksəˈhætʃi/
Waxahachie /ˌwɒksəˈhætʃi/
Sembra di masticare un Big Babol fragola e panna, vero?
Dovete sapere, care amiche sognatrici, che anni fa vagavo per i campi del Tennessee per i corridoi della TCU (Texas Christian University) con gli occhi pieni di cinema, con la scusa ufficiale di insegnare l’italiano. In quel periodo frequentavo anche un corso di spagnolo.
La mia insegnante di spagnolo usava spiegare le vocali partendo dal fatto che A si pronuncia sempre A, per noi spagnoli e italiani. Mentre gli anglosassoni pronunciano le vocali a casaccio, in sostanza. Ad esempio, nella parola Waxahachie ci sono ben tre A che si pronunciano ognuna in modo diverso.
Secondo la maggior parte delle fonti, questa fantastica parola avrebbe origini native. Pare che derivi dall’Alabama Language, una lingua nativa americana parlata dal popolo degli Alabama-Coushatta, che dalla metà dell’Ottocento si era spostato verso il Texas orientale. Nell’Alabama Language, waakasi hachi significa “calf’s tail”, cioè coda di vitello. Pensavo a una roba più esotica, vabbè.
Ma, fonetica a parte, ho voluto a tutti i costi visitare Waxahachie per un altro motivo. Questa adorabile cittadina è nota come The Gingerbread City. LA CITTADINA DI PAN DI ZENZERO.
E mi stavo già preparando una scorta di sassolini bianchi per ritrovare la strada di casa, dopo aver fatto indigestione di casette di pan di zenzero, biscotti Oreo, marshmallow, confettini colorati, finestrine candite, glassa luccicante con proprietà di scioglievolezza che neanche i cioccolatini Lindt potrebbero vantare…
quando NO, ho scoperto che non significava quello. Purtroppo le casette della Gingerbread City non sono commestibili. Ve lo assicuro, perché le ho assaggiate di persona.
Così, dopo una prima delusione del palato, mi sono documentata meglio.
Il primo edificio che colpisce all’arrivo a Waxahachie è il palazzo di giustizia, di gusto richardsoniano/romanico, che vedete in questa foto:
L’architetto Henry Hobson Richardson è colui che, ispirandosi al periodo romanico europeo, diffuso in particolare in Italia, Spagna e Francia, ha dato origine ad alcuni capolavori architettonici, tra cui la Trinity Church di Boston.
Ma la sorpresa più bella per gli occhi è scoprire che gli abitanti di Waxahachie non vivono purtroppo in case edibili, come ormai mi ero promessa allo stomaco, ma abitano comunque in fiabeschi edifici dalla splendida architettura vittoriana. Quindi con decorazioni, gingilli e volant, tanto da sembrare le casette di pan di zenzero che si preparano nel periodo natalizio in molti paesi. Ho in effetti il sospetto che siano stati progettati dalle tre fatine della Bella Addormentata nel Bosco.
Guardate voi ciò che intendo: non vi pare che siano davvero casette fatte di zucchero e biscottini, decorate dall’enorme sac à poche di un pasticciere celestiale?
Gustate con me i colori pastello, i tetti a forma di meringa, le tegoline di glassa, i giardini ombrosi da cui ti aspetti di vedere uscire il Bianconiglio e il Cappellaio Matto che sorseggia il Twinings per il non-compleanno di qualcuno.
Ho visto qualcosa di così delicatamente zuccheroso anche a San Francisco, ammirando le classiche casette vittoriane colorate che studiavo nel libro di geografia delle medie e che anni dopo ho potuto godermi dal vivo. Ma questa è un’altra storia.
E voi, care amiche sognatrici, non avete mai sognato di vivere in una casetta di pan di zenzero?
Per tutte le informazioni aggiornate, potete fare un giro qui:
City of Waxahachie official website
Cavoli, ci lascio gli occhi. Magari un po’ meno elaborate, ma comunque ci lascio gli occhi. Per consolarmi del mio modesto appartamento urbano-rurale (ex cascina in periferia di Milano) mi dico che un villone così… pensa quanto ci metti a pulirlo. E poi ho un marito che devi ripetergli tutto tre volte, non sente mai. Figuriamoci in una casa grande.
Ciao Maddalena,
sono meravigliose, vero?
Come hai ragione sulle dimensioni della casa! Io la volevo più piccola, mentre Amore ingrandiva e ingrandiva. Ma chi la pulisce secondo te? 🙁
Che bello, arriva la notte e posso leggerti di nuovo. Ora leggo i tuoi altri commenti e poi passo al tuo blog!
A presto!
S