ti racconterò

Ti racconterò di quando sei nata.

Di com’eri piccola e già così determinata.

Di quando avevi mal di pancia ed eri tutta rossa, e di quando papà ti teneva la mano sul pancino e passava tutto.

Ti racconterò di quanto pativo le notti insonni. E di quanto ridevo a sentire le tue risate.

E delle tue facce buffe e delle tue prime parole. I tuoi primi passi e il tuo pannolino. E quel rossore dei primi dentini.

Ti racconterò i tuoi piccoli capricci. E di quando il colpevole delle tue azioni piccine era Winnie the Pooh.

E dei tuoi primi giochi. La sdraietta lilla, l’altalenina e quel bruco pieno di palline che ti piaceva tanto.

Ti racconterò del tuo fratellino. Di quando è nato e sono stata cinque giorni in ospedale, piagnucolando perché ti volevo con me. E ti spiegherò che lo chiamavi Bibi, perché fratellino era troppo difficile, piccola com’eri. E per dire bimbo dicevi ancora Bibi.

Ti racconterò di quando piangevamo tutti e tre, le prime sere in cui dovevo mettervi a letto. Se cercavo di addormentare te, piangeva lui. Se addormentavo lui, cominciavi tu.

Ti confesserò quanto mi sono sentita in colpa, per avervi avuti forse troppo vicini. Per non avervi dedicato abbastanza tempo, singolarmente. Mi scuserò, per quando la stanchezza mi rendeva antipatica.

Ti racconterò i vostri primi giorni di nido. Di quando vi separavano per le attività e voi vi disperavate, perché volevate stare insieme.

Ti racconterò il tuo primo giorno di scuola, il tuo zaino rosa e le tue treccine.

E ti spiegherò la gioia che mi avete regalato, la fatica, i perenni sensi di colpa.

Ti rivelerò quanto passa in fretta il tempo. E di come non sappiamo afferrarlo e trattenerlo. O almeno respirarlo un po’ di più, per ricamare con più cura i ricordi sul cuore.

Ti racconterò di mamma e papà. Di come si sono voluti bene e di quanto vi hanno amato.

E della felicità dei nonni. E ti spiegherò di quando il nonno è volato via troppo presto.

Ti racconterò di quando ero piccola io. Di quando anch’io giocavo nei prati, di quando cacciavo grilli e cavallette. E di quando guardavo solo la televisione, perché il tablet mica c’era.

Ti racconterò di quanto piangevo quando dovevo andare all’asilo, io. Tu non l’hai mai fatto.

Ti dirò delle storie che mi raccontava nonna bis. Dell’isola della torre rossa, del mago cattivo e dei tre cani.

Ti racconterò il mio primo giorno di scuola. Il mio zaino rosa e le mie treccine.

E mi racconterò tutto questo, ogni volta che mi andrà, ogni volta che potrò. Per non dimenticare la meraviglia che hai portato da me.

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