shabby facile e veloce

Ciao creative!

Molte di noi sognano una casa bianca e luminosa, magari con una personalità gioiosamente shabby. Molte di noi hanno anche la velleità di realizzare da sole il lavoro sui propri mobili e sono ben dotate di creatività, manualità e buona volontà.

I problemi che sorgono, di solito, sono due:

1 il tempo già risicato a nostra disposizione;

2 il momento in cui, colte da un attacco di buona volontà, ci rechiamo in colorificio per comprare vernice e pennello. E ci vengono proposti ventisei prodotti diversi da alternare con cura, per realizzare l’effetto shabby tanto desiderato.

Questi due fattori hanno fatto sì che io rimandassi, un migliaio di volte circa, la mia agognata shabbatura dei mobili di casa.

Ora, se non desiderate un mobile di pregio che duri per secoli e che abbia la prerogativa di diventare un giorno un reperto archeologico museale ben protetto in una teca, e se vi accontentate che duri qualche anno, senza troppe pretese, vi racconto che cosa ho combinato io.

E l’ho fatto a ripetizione, eh? Più e più volte. Da anni. Su molti mobili, più svariati altri complementi d’arredo.

Tutto è cominciato in una notte buia e tempestosa. Vabbe’, dai, più o meno.

Diciamo piuttosto che un giorno ero particolarmente esaurita e avevo urgente premura di CREARE.

Così, colta da follia e indomito coraggio, ho deciso di ignorare beatamente cementiti, primer, fessuranti, screpolanti, addensanti, svernicianti, invecchianti e compagnia.

Ora non mi insultate, voi affezionate dello shabby realizzato con tutti i sacri crismi. Perché con scarsissimi tool ho incoscientemente realizzato almeno una decina di mobili in casa mia. E resistono da anni, nonostante gli insulti degli incalliti trafficanti di primer.

shabby facile e veloce


OCCORRENTE PER LO SHABBY FACILE E VELOCE

1 CARTAVETRO

2 ALCOOL E STRACCIO

3 SMALTO ALL’ACQUA (IO OPACO)

4 PENNELLO


Ed ecco cosa ho combinato nel dettaglio, colta da ripetuti e non risolti raptus di creatività ossessivo compulsiva.

PROCEDIMENTO

1 Ho velocemente scartavetrato con la mia adorata LEVIGATRICE ORBITALE, di nome Geppetta, il mobile in questione. La prima vittima è stata una credenza. Poi ci ho preso gusto e sono diventata una shabbatrice seriale.

Potete anche comprarvi un po’ di CARTAVETRO e fare a mano, ma se la superficie da trattare è molto grossa, AUGURI, EH? Io perdo la pazienza in fretta.

Per quanto riguarda la GRANA DELLA CARTAVETRO, dovete procurarvene una più grossa, se il mobile è molto lucido e trattato e dovete andare più a fondo. Ad esempio un numero di grana 150.

Oppure una più fine – ad esempio un 220 come numero di grana – se invece il legno è poco trattato. Chiedete in colorificio e vi sapranno consigliare per il meglio.

Il requisito fondamentale è, se utilizzate come me un semplice SMALTO ALL’ACQUA, che il mobile sia DI LEGNO.

Se è molto lucido per precedenti trattamenti, dovete insistere e scartavetrare a fondo. Se invece non è molto trattato ed è opaco, scartavetrate molto velocemente o passate direttamente al punto 2.

2 Ho sgrassato a fondo la superficie da trattare con ALCOOL E STRACCIO.

3 Ho preso il mio SMALTO ALL’ACQUA color panna.

Poi ho sbattuto bene la latta prima di aprirla, scuotendola a testa in giù, su e giù, più volte.

Finalmente ho aperto la latta con l’aiuto di un cacciavite a taglio.

E ho girato con cura il contenuto della latta, con un vecchio cucchiaio di legno.

4 Dopodiché ho preso UN PENNELLO LARGO 70 MM. Se dovete dipingere un tavolo, io lo trovo un giusto compromesso tra quelli piccoli, che sono più precisi sui supporti piccoli ma eterni su una superficie più grande, e quelli troppo grossi, che per quanto mi riguarda sono troppo pesanti, s’impregnano troppo di pittura e non mi aiutano a realizzare un bel lavoro.

5 A questo punto mi sono preparata uno STRACCIO su cui scaricare l’eccesso di colore. Ho immerso il pennello nella pittura per circa uno, due centimetri al massimo, scaricando sui bordi della latta l’eccesso di vernice. E l’ho ancora leggermente asciugato sullo straccio.

Finalmente ho iniziato a dipingere. E ora vi spiego il metodo molto semplice che ho poi definito EASY SHABBY o SHABBY ALLA SILVIA, per creative con poco tempo e poca pazienza.

6 Ho iniziato a pitturare il mio tavolo con pennellate molto lunghe, molto tirate, sempre nello stesso senso di pittura. Su superfici grandi e regolari come un tavolo, è molto semplice.

Se non siete esperte di pennelli e non siete certe di avere la giusta manualità, esercitatevi prima su un supporto di recupero. Dopo pochi esercizi, sarete in grado di ottenere una pennellata dritta e ben tirata.

Vi sembrerà strano, ma il segreto di questo EASY SHABBY è che il pennello dev’essere quasi asciutto. In questo modo non solo otterrete un immediato effetto shabby e polveroso con una sola mano di pittura, ma un barattolo di smalto vi durerà un’eternità!

7 Ora, una volta passato il pennello su tutta la vostra superficie, avete due possibilità.

a) Se l’effetto che avete ottenuto vi piace, potete lasciare tutto così com’è e lasciar asciugare.

b) Se vi sembra troppo chiaro, ad asciugatura ultimata – il giorno dopo – potete scegliere di dare una seconda mano, per ottenere un effetto più coprente e deciso.

8 A lavoro terminato, avrete ancora due opzioni.

a) Potete lasciare tutto così com’è, tenendo bene in mente che IL PIANO DI UN TAVOLO SU CUI MANGIATE E CHE PULITE FREQUENTEMENTE SARÀ SOGGETTO A FORTE USURA. Io ho scelto questa prima opzione, il mio tavolo è sempre più usurato e trasandato e mi piace proprio per questo. Quando non mi piacerà più, vedrò che effetto vorrò ottenere la prossima volta.

shabby facile e veloce

b) Magari volete invece mantenere questa precisa finitura per molto tempo. In questo caso, dovete acquistare una vernice protettiva, che vetrifichi il piano del vostro tavolo. Così potrete pulirlo più volte senza scalfire il vostro lavoro e ve lo godrete per molti anni!

shabby facile e veloce

Insomma, avete compreso che io amo l’effetto molto usurato. Mi piace vedere il tempo che scorre sui miei mobili, conferendo loro una patina naturale d’invecchiamento.

Amo inoltre pensare ai mobili come a qualcosa di definitivo nella struttura, ma di mutevole nella loro imperfetta finitura.

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Un po’ come nella musica, forse, o nella moda. Non amo le voci perfette delle intonatissime urlatrici accademiche. Mi sciolgono invece le voci rotte dall’emozione, calde e disperate.

Quindi sta a voi che cosa scegliere, carissime creative del mio cuore.

Se volete curiosare tra gli altri miei lavori, vi suggerisco di dare un’occhiata e dirmi cosa ne pensate.

E buon lavoro!

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