Care mamme sognatrici,
suo padre voleva un maschietto, ma ahimè, è nata lei. E noi ci lamentiamo se mamma e papà ci spingono a studiare, mentre vorremmo scappare a Formentera col fidanzato di turno per allevare tori. Comunque c’è una buona notizia: Lady Oscar NON È orfana.
Oscar François de Jarjayes viene allevata come se fosse un uomo e destinata alla carriera militare, nella Francia della seconda metà del Settecento. È coetanea e amica di Maria Antonietta, che è ora la santa protettrice di Banderas e di tutta la troupe del Mulino Bianco per l’appassionata pubblicità che faceva alle brioches prima di essere ghigliottinata.
La storia è più o meno così: Lady Oscar, comandante della Guardia Reale, scorta l’amica Maria Antonietta a un ballo in maschera, a Parigi. Qui si svolge l‘incontro galeotto col conte svedese Hans Axel von Fersen, secondo alcuni tra i soci fondatori dell’IKEA, del quale entrambe le donne si innamorano.
Ma, alla morte di Luigi XV, Maria Antonietta e il marito predestinato, Luigi XVI, diventano sovrani di Francia. Quando i paparazzi scoprono i sentimenti tra la regina e Fersen, quest’ultimo abbandona la Francia, incastrato da foto compromettenti che la famiglia IKEA non avrebbe accolto di buon grado.
Nel corso degli anni, Fersen torna in Francia un paio di volte, perché non riesce a dimenticare l’amata Maria Antonietta. La prima volta Oscar lo spedisce oltreoceano per combattere con i rivoluzionari americani, che scoprono così la libreria Billy. La seconda volta, in incognito e vestita da donna, Oscar balla con lui a un ballo di corte e capisce che non c’è trippa per gatti.
Intanto il fido scudiero di Lady Oscar, André, le rivela di averla sempre amata. Oscar prima non lo ama, poi lo ama. Il padre di Oscar prima la voleva uomo, poi vuole che lei si sposi e lei rifiuta per ripicca. Maria Antonietta è depressa perché non può avere Fersen e ne combina di tutti i colori.
E vissero tutti fel
E alla fine muoiono tutti.
P.S. Ma, ora che siete mamme, ci pensate mai a quello che guardavamo noi da piccole? Vogliamo parlare di Candy Candy? O di Georgie?
Ahahah sei fantastica!!!
Che sorpresa Miki, stavo guardando Xfactor!
Grazie di cuore, verrò notte tempo a curiosare nel tuo blog, perché sono appassionata di DIY!
A presto, anche su Instagram. 🙂
Silvia
Ah! Ah! Perché, vogliamo parlare di Mimì la pallavolista che veniva allenata a suon di schiaffi e catene??
No, ma vero??? Poi si chiedono come mai noi di questa generazione siamo un po’ strambe!
:)))
Che ridere!!!! Ma quindi alla fine non si salva nessuno??? Io vedevo anche un altro cartone sulla Francia “la stella della senna” avevo circa 8 anni e a carnevale mi mascherai così. “Colpi di qua, colpi di la, cos’accadrà cos’accadrà!?” E poi venne la svolta con “Occhi di gatto” dove le donne erano donne ed erano anche furbe. Dove si iniziava a capire che tra uomo e donna forse non finiva tutto lì con un abbraccio, un bacetto sulla nuca e un giro di valzer viennese. E poi arrivò anche Lamù, te la ricordi? Lei divenne il sogno erotico di molti ragazzini…. fino ad arrivare alla lunga lotta tra il bene e il male dove ragazze comuni scoprivano di essere destinate ad essere eroine con superpoteri. Chi ha creato più danni: Candy Candy con la sua sindrome da Croce rossina o sailor moon con la presunzione di onnipotenza?
Un bacio grande. Sei forte ragazza!
Bellissimo la Stella della Senna, lo guardavo anch’io!!! Usciva col Tulipano Nero, no? Mi ricordo eccome Lamù con le sue mossette! E ovviamente guardavo sempre Occhi di Gatto e Sailor Moon. Che cartoni avevamo, noi!