Questo weekend ho scoperto tre cose:
1 Il Lago d’Orta è ora un posto d’incanto, ma una volta non era affatto così.
2 Mio non-marito ha scelto uno degli sport più assurdi del mondo. E, come se non bastasse, mio fratello e mio cugino praticano lo stesso sport.
3 I miei figli adorano gli alberghi, e hanno molto apprezzato la struttura che ci ha accolto e nutrito di leccornie. Un hotel nuovo di zecca e comodissimo per il paese di Orta San Giulio e l’isoletta di San Giulio. Oltre naturalmente che per il diving, che era ciò che interessava al non-marito.
Ma andiamo per ordine.
1 Lago d’Orta
Siamo tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Quando arrivi ti saluta scintillando, il lago d’Orta.
E pensare che, fino a trent’anni fa, era uno dei laghi più inquinati d’Europa. Se lo guardo ora, con le sue acque cristalline che paiono mare, con le sue spiaggette pulite, con le ville storiche che impreziosiscono le colline, non riesco proprio a crederci.
Questa storia comincia all’inizio del Novecento. C’era una volta la Bemberg, una società tedesca. La Bemberg, nel 1926, decide di aprire una fabbrica tessile sulla riva meridionale del lago, per produrre rayon. Il rayon è una seta artificiale che, per la produzione e la lavorazione, necessita di grandi quantità di acque a basso contenuto salino. Ecco perché la scelta del lago.
Ma c’è un importante MA. I residui chimici della lavorazione confluiscono nel lago. Dopo soli due anni, la fauna ittica è drasticamente ridotta, e il plancton del tutto scomparso in alcune zone.
La cosa strana è che, dal punto di vista estetico, non si verificano problemi di nessun tipo. Le acque sembrano fresche e trasparenti e non emanano cattivi odori.
Ma la fauna ittica si riduce pian piano, fino a scomparire. I pescatori, che reclamano contro il disastro, vengono assunti in fabbrica. La sensibilità ambientalistica non esiste ancora o, se non altro, non è cosa ovvia come al giorno d’oggi.
La vita del lago svanisce.
Ma arrivano gli anni Settanta, gli anni Ottanta e la legge Merli per la protezione delle acque dall’inquinamento. La fabbrica Bemberg ottiene un depuratore per le acque di processo, ed entrano in funzione i depuratori del consorzio del Cusio. L’acidità lacustre viene gradualmente corretta e la vita ritorna progressivamente a pullulare nel lago.
Lo specchio d’acqua è ora costantemente protetto. È uno dei laghi prediletti dai turisti, soprattutto stranieri, che apprezzano il carico di storia, i vicoli di pietra che scendono dolcemente verso il lago, l’acqua cristallina e balneabile. E la cattedrale gastronomica dello chef stellato Antonino Cannavacciuolo: Villa Crespi.
I miei Omini, dal canto loro, hanno rivendicato il sacrosanto diritto di fare il bagno.
2 Primo trofeo Gianluca Genoni di apnea in assetto costante
Ecco, dovete ora sapere che il mio non-marito, oltre a corsa, bici, pugilato, subacquea, si è innamorato recentemente di una disciplina adatta alle persone poco sane di mente. L’apnea.
O meglio, già amava questo sport, ma mentre prima praticava a casaccio, senza grandi obiettivi, e più che altro per divertirsi a pescare, ora ha deciso di fare corsi e gare.
Scopriamo così che il lago d’Orta è anche uno dei luoghi prediletti dagli apneisti. Perché è pulito, molto profondo – i subacquei della Sub Novara Laghi ci informano che arriva a 160 metri di profondità! – e quasi senza onde. Cos’hanno questi qui contro le onde, direte voi? Eh niente, deconcentrano durante l’apnea. Santa pazienza.
Comunque dai, sono dei pazzi squinternati, però li ammiro. Perché io neanche per tantissimi soldi farei quello che fanno loro.
Poi vogliamo parlare dell’istruttore di mio marito, nonché organizzatore della gara? Il nome Gianluca Genoni vi dice niente?
Perché a me no, non diceva proprio niente, da profana di questa follia collettiva. Vi dico solo che è campione mondiale di alcune discipline dell’apnea. Niente di che, è sceso solo a 160 metri sott’acqua. Roba da tutti, no?
E proprio Gianluca ha organizzato il Primo Trofeo di Apnea Gianluca Genoni in assetto costante, a cui ha partecipato il mio non-marito. Pare che il trofeo si svolgerà ogni anno, e io e gli Omini siamo pronti a seguire papà sul lago d’Orta, ora che abbiamo scoperto quanto è meraviglioso! Quindi se vi interessa, informatevi sul sito e sulla pagina Facebook di Gianluca Genoni!
(Quello che pare piccino in mezzo a due giganti è mio non-marito. Vi dico solo che è alto quasi un metro e ottanta. Giudicate voi la stazza dei suoi istruttori: Gianluca Genoni a sinistra e Davide Bosco a destra!)
3 Orta San Giulio e l’Hotel Bocciolo
E veniamo a noi, a me e agli Omini. Mentre il non-marito e pure mio cugino pinneggiano nel lago a testa in giù, io e gli Omini ci godiamo il candore dell’Hotel Bocciolo. Ho scoperto che l’ottimo Ristorante Bocciolo è aperto già dal 1987 e quel favoloso branzino alla griglia me lo ricorderò per un po’. Ma solo nel giugno del 2017 è stato inaugurato l’Hotel, il cui top assoluto sono le suite vista lago con jacuzzi.
E mentre il non-marito parte, attrezzatura in spalla, a digiuno verso il lago, noi ci scofaniamo una colazione da re. Ci mettiamo un’ora e mezza a fare colazione, perché gli Omini sono estremamente impegnati con i distributori di cereali.
Mentre gli apneisti trattengono il fiato, noi respiriamo a pieni polmoni l’atmosfera quasi autunnale, ma ancora calda, di questo piccolo angolo di vacanza, ammirando il lago scintillante dalle terrazze dell’albergo.
Come dite? Non siete tipi da albergo e preferite campeggiare sulla riva del lago e sentirvi immersi nella natura? No problem, poco distante dall’albergo in cui abbiamo soggiornato, c’è un delizioso campeggio, il Camping Orta.
E intanto noi passeggiamo, saltelliamo in compagnia di cugina Nat e cugino Dani tra viuzze di pietra, viali d’incanto, barche addormentate sulla calma del lago di fine estate.
A fine gara, domenica verso l’ora di pranzo, un diluvio interrompe il nostro idillio di fine stagione. La giornata pare al termine e si pensa al ritorno a casa.
Ma l’estate ci sorprende in corner ancora una volta. Il sole torna e noi salpiamo con una piccola barca alla volta della silenziosa isola di San Giulio. Percorriamo viuzze claustrali, meditiamo sulla vita raccolta delle monache benedettine che qui alloggiano, inneggiamo al silenzio leggendo le frasi d’ispirazione che costellano il breve cammino.
Accendiamo infine un lumino nella Basilica di San Giulio, prima di salutare l’isola. E portiamo nello zainetto splendide foto e nuovi preziosi ricordi.
Arrivederci estate. A presto, lago d’Orta!