C’era una volta una bellissima principessa.
Il re e la regina l’avevano desiderata a lungo e l’avevano chiamata Adelaide.
La principessa crebbe in grazia e bellezza, e un giorno un bellissimo principe, di nome Edoardo, s’innamorò perdutamente di lei.
Edoardo cavalcava ogni mattina fino al regno di Adelaide, e la pregava di cantare per lui.
Ma un brutto giorno un drago crudele, geloso di tanta felicità, la rapì e la portò sull’isola della Torre Rossa.
Edoardo non riusciva a farsene una ragione. La bella Adelaide era sparita, e con lei la sua voce d’angelo. Non si dava pace, così un giorno prese cavalli e calesse e partì per terre lontane, alla ricerca dell’amata fanciulla.
Desiderava tanto rivederla.
E ascoltarla di nuovo.
Quante sere d’estate passavo così, supplicando la mia nonna di raccontarmi di nuovo quella storia. E lei raccontava, piano piano, mentre io piano piano scivolavo nel mondo dei sogni, cullata dal suono della sua voce.
Le fiabe della mia nonna sono tra i più bei ricordi sonori che io conservi della mia infanzia.
Quelle e… la compilation delle pulizie di mia mamma! Sì, perché mia mamma aveva un’audiocassetta che macinava note e parole senza sosta, quando le toccava pulire casa e danzare con straccio e scopa. Ebony and ivory, Don’t come easy, Vamos a la playa. Me le rammento bene, perché si sono appiccicate a ricordi cocciutamente incrostati nella mia memoria.
I cinque sensi sono indelebili magie da conservare.
L’odore del dopobarba di mio nonno, il colore dei prati in cui correvo, la morbidezza del mio peluche preferito, il sapore della torta di mele. È un bagaglio di tasti colorati, che ogni tanto vengono premuti per caso e ci trasportano indietro, all’improvviso, in attimi eterni d’infanzia.
Forse non abbiamo i mezzi per conservarli tutti allo stesso modo, i nostri sensi. Una mia cara amica ha perso l’olfatto in un incidente con il motorino e non l’ha mai potuto recuperare. Mi ha confessato che uno dei suoi più grandi desideri è affondare il naso nei capelli delle Barbie di sua figlia, e percepire quell’odore di plastica e vaniglia, per ricordare le bambole della sua infanzia.
Ma ora so che, per quanto riguarda il campo dell’udito, si sono fatti passi da gigante. Ora che so a chi rivolgermi per conservare questo senso prezioso, non me ne starò lì con le mani in mano, quando mi accorgerò che mia mamma faticherà a sentirci.
Voglio che mia mamma ascolti, ancora a lungo, gli urletti di gioia dei suoi nipotini, i loro segreti piccini sussurrati all’ombra dei salici, le onde del mare che scrosciano accanto ai giochi d’estate, le sue serie televisive preferite, e quelle vecchie canzoni che l’accompagnavano trent’anni fa mentre puliva casa canticchiando.
Voglio che ascolti il coro dei suoi nipotini che recitano le filastrocche che lei ha scritto e che ha insegnato loro. E so che si può fare, che non è un’utopia.
Desidero che io e lei ci ascoltiamo ancora, sempre, come e più di prima.
Come quando ero piccola e ripetevo in continuazione quella parola che oggi rimbomba nelle mie orecchie tutto il giorno: MAMMA!
L’udito è un senso che possiamo curare, grazie a ricerche sempre più avanzate e personalizzate. Ora so che non abbiamo la necessità di rassegnarci, ma la possibilità di ottenere un aiuto concreto da parte dell’eccellenza nel campo delle soluzioni acustiche, rivolgendoci alla competenza di un leader in campo audioprotesico come Amplifon.
Non starò lì a guardare la mia mamma che non sente più bene. E so che, questa volta, sarà lei ad affidarsi a me. Perché lei non vuole perdersi nulla, neppure una nota stonata, una rima sbagliata, una biciclettina che cigola sul prato.
Se pensate che i vostri cari possano avere un calo uditivo, anche voi potete informarvi sul sito di Amplifon, per capire cos’è e come va affrontato.
Non datela vinta al silenzio. Accompagnate la vostra mamma a una visita di controllo gratuita, contattando Amplifon al numero verde 800 046 385.