“Caro diario,
sai quei momenti in cui ti sorprendono, come acqua gelata, i ricordi? Presenti e vivi, a rammentarti che c’è stato qualcosa, prima di ora. Che ci sono stati anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti e secondi, prima di ora. Che ci sono stati pensieri, persone, posti, emozioni, gioie e dolori, prima di ora… Per mesi fai finta di niente e poi, all’improvviso, ritorna tutto, come cibo non digerito. Capita anche a te?
Ed ecco il Texas. Quant’è che non ci pensavo? E rievoco tutto come un sogno, remoto e confuso. Nebbia in testa che mi costringe a vederci attraverso, per non soffocare.
Mi ricordo il caldo, confortevole e secco, struggente ballata del lontano west. 42 gradi ad agosto, 30 a dicembre, e qualcuno che ti chiede: “Can you believe this weather?” con un gran sorriso americano. Poi la primavera: 30 gradi un giorno, -9 il successivo. Da infarto. E, in estate, stare a mollo in piscina per ore, con i fiorellini rosa sull’acqua bollente e qualche insetto collassato per il caldo, e le tue nuove amiche. I party in piscina. Il ronzio pigro dei condizionatori. Un unico pensiero: che pace, voglio stare così per sempre e non pensare mai più. E una vocina dentro di te che cerca di gridare, ma tu non le dai retta.
La gente da Walmart, con le ciabattone di pelo fucsia al posto delle scarpe. Bastava un pensiero a farti sudare, mentre percorrevi i venti metri dalla macchina al supermercato ghiacciato. Girovagare in top, shorts e infradito, col vento caldo ad accarezzarti la pelle. In centro a Torino rischieresti l’arresto. Sorridere a tutti, parlare con tutti. Le prime volte che gli sconosciuti dicono Hi e tu, che vieni da Torino, ti chiedi: oddio, vorrà pungermi con una siringa?
I muratori che lavorano con jeans, camicia a quadri e cappello texano. L’NBA, tifosi avversari che si sorridono invece di pestarsi. Ballare con un vero cow-boy in un locale un po’ strano. Asfalto che ti si scioglie sotto i piedi, d’estate. Ponti ghiacciati d’inverno e incidenti ovunque perché i texani non sanno guidare sul ghiaccio, ma tu esci lo stesso per recuperare un amico all’aeroporto.
Il cibo messicano. Tex Mex, veramente. I dolci messicani, gnam… Los Tres Leches… Joe T Garcia. Una serata d’addio in cui tutti ti fanno regali e tu ti contempli le scarpe nuove per non piangere. Ma poi lo fai lo stesso. Abbracciare gente che non vedrai mai più. Il blues.
Barnes and Noble, il paradiso in terra. Con Starbucks, i frappuccini, i libri che profumano di carta, inchiostro, panna e caffè. Le facce degli scrittori che ti fissano, autorevoli, dalle pareti. Vogliono forse dirti qualcosa?
Sonic: gli hamburger più incredibili. Non c’è Wendy’s, non c’è Whataburger che tenga. Mangiare la coda fritta di un alligatore, da Razzoo’s. Dio, l’ho fatto davvero? Portarsi a casa il piccolo coccodrillo di plastica che nuotava nel cocktail. Un po’ grottesco. Creepy.
La fiera di Dallas, le patatine con quello schifo di formaggio fuso sopra, e i corny dog. La palla di Dallas. Un fiore nei capelli e Dallas, colorata di tramonto, accoccolata ai tuoi piedi.
Le cene con gli amici, quando vuoi rimpinzarti di pesce e vai da Central Market. Una gita al mare, a Corpus Christi, dove i piedi affondano nella sabbia e nel petrolio. New Orleans, prima della visita di Katrina. Odore di alcool e vomito. Quel caldo umido che ti fa camminare appesantito, come a trascinare un armadio. Pelle e vestiti appiccicati addosso. Il jazz che ti avvolge, ti strega e ti fa venire voglia di smarrirti e non ritrovarti mai più. Far fatica a respirare.
Il New Mexico con il deserto bianco. La caleidoscopica Arizona. Calda da ustionare, ma deliziosamente secca sulla pelle. E la tua prima California: Yuma. I parchi, i deserti, l’oceano, la N.1, un uomo che ti convinci di volere. Los Angeles, San Francisco e l’incantata isola di Alcatraz, che ti imprigiona con un panorama mozzafiato su San Fran al crepuscolo. Oddio, esistono cose così incantevoli?
Le foche, i pellicani, il coyote, gli orsi, tanti piccoli scoiattoli che vogliono assaggiare la telecamera. Le balene a Monterey. Una cavalcata nella Monument Valley. Un ragazzo Navajo che ti descrive i bacini d’acqua sulle rocce concave e i massi che Clint Eastwood ha scalato. E tuo papà, che è venuto a trovarti e cavalca estasiato sulla rotta di John Wayne, ricordando la sua giovinezza. E che ora cavalca in cielo, solcando morbide nuvole col suo celeste destriero.
E poi tornare in Texas. A CASA. Una delle tante case per cui proverai nostalgia quando non lo sarà più. Cieli senza confini. Verdi quando i tornado meditano se passare a farti visita, facendo scattare le sirene. Blu durante una giornata limpida. Neri e minacciosi prima dei thunderstorm, ma con una striscia di luce bianca che resiste, appoggiandosi cocciuta all’orizzonte. Niente montagne, tutto piatto intorno. E le nuvole rosa, rosse, fucsia, arancio e viola, al tramonto. Da piangere, da quanto è bello.”
Non so quanti anni fa ho scritto queste parole. Sicuramente prima di incontrare Amore. Penso spesso all’America. Ricordo i miei due anni americani con nostalgia e amore per quei paesaggi immensi, che porterò sempre impressi nel cuore. Ma ricordo anche irrequietezza, solitudine, desiderio di trovare me stessa, insoddisfazione.
Ora mi manca l’America, ma forse finalmente sto trovando ME. E nella corsa verso me ho trovato Amore e i miei Omini. Io amo, profondamente amo viaggiare e vivere posti nuovi. Ma forse per la prima volta comprendo che, ovunque tu vada, ovunque tu viva, ovunque talvolta tu tenti di fuggire, i posti sono solo posti. E quel che conta veramente sono le persone con cui attraversi la tua vita.
E a voi succede mai di ripensare con nostalgia a qualcosa, sapendo però che non era la cosa giusta per voi?
Scrivi davvero bene…i tuoi testi invogliano a leggere. “E all’improvviso il Texas” non solo per motivi affettivi, mi ha emozionata molto…è stato come essere lì con voi. Grazie per avere condiviso i tuoi ricordi e i tuoi stati d’animo!
Ciao Anna,
grazie a te per avermi letto e commentato! Non so perché non ho mai pensato in passato di aprire un blog, perché la sento una cosa veramente fatta per me!
Grazie di cuore!
S
Capita spesso di pensare a un luogo o un momento del passato con nostalgia, a volte ti sembra un pensiero talmente reale da poterlo toccare, rivivere ma poi ti accorgi che il tuo presente è molto meglio e rimane solo un bel ricordo!!!
Bello Gianfy cowboy!
Come hai ragione, è proprio così! Bello però, ricordare mio papà a cavallo con me nella Monument Valley…