Caro Dylan,
gira la voce che tu abbia compiuto 50 anni.
Ti prego, Dylan, dimmi che il tuo legale rappresentante si sta battendo per confutare vibratamente questa bufala inopportuna. Probabilmente l’ha già fatto e io non riesco a rintracciare la notizia ufficiale sulla nostra ANSA.
Perché dai, se tu hai 50 anni, a questo punto venite a dirmi quello che vi pare. Cospargete il mio corpo di brace e venite a dirmi che:
1 Kelly non trascorre più i suoi pomeriggi nei migliori negozi di Rodeo Drive, ma nei peggiori bar di Caracas.
2 David ha lasciato Donna e si è sposato con una super gnocca come Megan Fox, dopo essere diventato un Transformer.
3 Steve vive con i Minions.
Ora su, trafiggetemi il costato e venite a dirmi che:
4 Heidi si è trasferita a Los Angeles. Ed è la protagonista di una soap messicana chiamata Burritos y Milagros. E magari Peter fa l’avvocato a New York e detesta il formaggio di capra.
5 I Puffi sono blu per via di un esperimento nucleare miseramente fallito.
6 E magari Pollyanna va in vacanza con Briatore e dà fuoco ai vulcani privati durante i party in piscina con Berlusconi.
Dylan, leggi bene il tuo contratto, perché sono certa che tu debba compiere un solo giorno ogni anno, a partire dai 25 anni. Forse dai 30? Leggi meglio.
Sai, Dylan, tu non avrai mai 50 anni. Perché, vedi, io sono ancora quell’adolescente.
Sono quell’adolescente coi brufoli che sfodera sorrisi sicuri, ma si sente una sfigata.
Sono quell’adolescente che pensa di poter superare in volo, di tre o quattro metri, la rete di un campo di pallavolo. Per poi fare la schiacciata del secolo e stare sospesa in aria qualche minuto mentre la folla l’acclama.
Sono quell’adolescente che crede che il principe azzurro verrà a salvarla dalle sue frustrazioni sul suo bianco destriero. Mentre lei, fresca come una rosa e coi capelli lucenti dopo il trattamento anti crespo all’olio di lino, gli getterà benevola la sua bionda treccia giù dalla torre.
Sono ancora quell’adolescente, Dylan McKay. Quella che pensa che basti parlare con la strega del mare per avere un paio di gambe, invece di una luccicante coda da sirena che ostacola i suoi sogni.
Sono quell’adolescente che crede che esista il tappeto volante e che il mondo possa essere suo, perché uno straccione, trasformato in principe dal genio della lampada, gliel’ha giurato.
Sono quell’adolescente che pensa che dei nanetti la salveranno dalla strega cattiva e che un bacio di vero amore la risveglierà dal suo eterno sonno.
Sono quell’adolescente che pensa che la fata Smemorina possa cucirle addosso un blu così blu, che neanche Modugno pensava che esistesse. E che una zucca possa trasformarsi in una carrozza dorata.
Sono quell’adolescente che pensa che il vecchio mondo possa convivere con quello nuovo, che il vento e gli alberi parlino in una lingua che si può davvero comprendere.
Sono ancora lei. Quella che pensa di poter ballare e cantare sul palco della Julia Richman con Leroy.
Sono ancora io. Quella che la testa non sempre ce l’ha sul collo, ma molto spesso nelle nuvole. E che i piedi non sempre li usa per stare per terra, ma spesso per passeggiare in sogni color pastello. Quella che ancora piange, quando la protagonista ciospina diventa la reginetta del ballo e si mette con il giocatore di football più popolare della scuola.
Sì, lo sono ancora, Dylan. Con due Omìni in più, qualche cicatrice in più, qualche illusione in meno.
Ma sono ancora lei. Con una differenza. Ora sono pronta a essere ME.
Buon compleanno, Dylan McKay!