Inizierà tutto con urla e dolore.
Poi sarà gioia e incanto quando all’improvviso, sporco e bagnato, strillerà tra le tue braccia.
Sorriderai, perduta in estasiati silenzi. Di quel sorriso inebetito dei primi amori, ma con la sotterranea profondità di antichi fiumi scavati nel sottosuolo.
Piangerai. Piangerai torrenti di montagna, e gocciolerai pioggerelline d’aprile.
Gemerai quando ti spremerà la pelle, succhiando cibo, amore, vita.
Singhiozzerai, quando non saprai comprendere l’angoscia delle sue lacrime.
Ti commuoverai, quando saltellerà nell’esistenza con i suoi primi passi e quando comporrà, con fatica e ingegno, lo spartito delle sue prime parole.
Avvertirai grumi di pianto in fondo alla gola, quando la prima volta dirà MAMMA. Quando darà volto e nome a te, che eri la sua liquida e palpitante casetta prima che nascesse.
Sarai fiera, fiera come non sei stata mai. Quando sorriderà con occhi pensosi, quando catalogherà numeri e pensieri, quando orgogliosamente inserirà la stella di legno nello spiraglio a forma di stella.
Ti spaventerai, quando cadrà dal letto a pochi mesi e ti sentirai la peggiore delle madri. Quando capitombolerà dall’altalena e non sarai riuscita ad afferrarlo. Quando scivolerà nei suoi passetti privi di equilibrio, e ti cercherà con occhio mesto e labbro gonfio.
Ti sentirai fragile, molle come un piccolo germoglio in una tormenta di neve. E invincibile, indomita come i ghiacciai alpini.
Ti emozionerai di intraducibili emozioni, smarrita nei suoi occhi. Quando in quegli occhi scorgerai lui, e te stessa, e universi inesplorati, e nubi gonfie di pioggia, e umidi arcobaleni di grandi speranze.
Avrà odore di crema e di latte, quando dormirà accanto a te e potrai respirarlo. Lo accarezzerai e lo osserverai quando riposerà nel suo lettino, coperto di lana e d’amore, nella giungla dei soffici amici che veglieranno il suo sonno.
E amerai.
Come non hai amato mai.
Come non credevi si potesse amare.
Come se non avessi mai amato prima.