acchiappasogni e rubasogni

Quelli che conoscono più o meno tutti sono gli acchiappasogni.

Quei cerchi di corda intrecciata, decorati con piume e perline, nati tra le culture indigene del Nord America. Quelli che nella cultura occidentale verranno poi interpretati come strumenti di protezione dei sogni buoni. Gli acchiappasogni, dicono, catturano i sogni cattivi e li intrappolano, perché non turbino il nostro spirito. E lasciano correre liberi quelli buoni.

Ma sono ormai sicura, dopo lunghe e ponderate frustrazioni, che esistano anche i rubasogni.

Qualcuno li invia, ne sono certa, sulla nostra strada. Pensavo fossero nemici, una volta.

Ma forse no.

I rubasogni sono quelle angeliche bimbette lì, all’apparenza non migliori di te, non fosse per quel perfetto nasino all’insù. Quelle che, quando tu brami più di ogni altra cosa al mondo Cicciobello Sogni Dorati, Babbo Natale lo porta a loro tutto ben incartato con carta riciclata decorata a mano e infiocchettato con trecce di peli di unicorno.

E a te, NO. A te porta Cicciobello Carrefour No-frills, avvolto con spago e carta di quotidiano.

I rubasogni sono quelle ragazzine che, a dieci anni, non si impegnano quanto te a far bruciare i muscoli di feroce stretching per raggiungere una perfetta spaccata. Ma loro ci riescono, perché sono snodate di natura.

E tu no.

Sono quelle che prendono dieci all’interrogazione di geografia, perché la prof chiede loro quelle tre cose in croce che sanno davvero bene.

Mentre tu prendi nove e mezzo, perché la prof ti chiede la capitale dell’Uzbekistan.

I rubasogni sono quelle ragazze, non più belle di te, non più divertenti di te, che conquistano a quindici anni il ragazzetto per cui ti sciogli d’amore. Tu vibri, soffri, usuri cuore e cervello a pensare a lui. Sei carina, sei simpatica, sogni di averlo. Lo puoi avere.

Ma poi arriva lei. E lui a te manco ti vede, anche se lo innaffi con le tue lacrime di umiliazione, quando ti passa a fianco mano nella mano con quella là. Tanto è impermeabile, a te e alle tue lacrime.

I rubasogni sono quelli che prendono il massimo dei voti alla maturità perché hanno saputo intessere relazioni privilegiate con gli insegnanti. Non quelli che studiano come dei matti e sono anche plus dotati, eh? Perché da loro puoi accettarlo e ti pare anche giusto, dai.

E poi diventi grande.

E anche quando cresci, anche quando finalmente trovi un briciolo di sicurezza in te stessa, loro tornano sempre. Tornano i rubasogni.

Arrivano quando hai appena fatto pace con il tuo cervello per non essere riuscita a fare l’astronauta. Perché ci hai provato con tutto il cuore, l’anima e il sudore, tu. Hai studiato, ti sei fatta il mazzo, ma mica tutti possono entrare alla NASA, ti sei detta alla fine. Magari non era il sogno giusto, magari c’è una luce meravigliosa che ti aspetta proprio dietro l’angolo e ti riempirà di soddisfazione. Magari si chiude una porta e si apre un portone.

Finché non scopri che la tua compagna Gigina Maria Brambilla delle medie, con cui avevi perso da tempo i contatti, ha appena scoperto un nuovo pianeta nella nostra galassia nell’ultima perlustrazione interplanetaria. E lo chiameranno con il suo nome. Il pianeta Gigina. Quella Gigina che nel compito di astrofisica prendeva tre.

Che poi sei anche diventata un po’ zen, crescendo, eh? Forse vai in giro ad abbracciare i biancospini, e porgere l’altra guancia perché non sai più cos’è il rancore. Ti sei accettata, ti vuoi bene.

Ma riecco i rubasogni, pronti dietro l’angolo.

E mo’ un po’ ti incazzi, eh? Sei mica un monaco buddista, alla fine.

Ogni santissima volta che pensi di essere cresciuta, ogni volta che pensi di poter accettare che i sogni possono anche non realizzarsi e non ne morirà nessuno, ecco che arriva il rubasogni di turno.

Ecco che arriva qualcuno a sbatterti in faccia che invece sì, i sogni possono realizzarsi per gli altri.

E quando avrai finito di incazzarti a morte, di prendere a pugni i cuscini, di piangere tutte le tue lacrime di frustrazione e di compatirti amorevolmente, si fa strada all’improvviso un pensiero nuovo.

Emerge a fatica dalle ceneri e dai frammenti di vetro dei tuoi sogni infranti, come un’apparizione divina, come una timida fenice.

Non è che questi stronzi dei rubasogni tornano apposta?

Non è che trotterellano nella tua vita di proposito, proprio ora che ti sei messa il cuore in pace, per un motivo?

Forse servono proprio a farti incazzare a morte. A pungerti, a pizzicarti, a risvegliarti dal tuo salvifico torpore.

Forse arrivano apposta per dirti “Aò, ma che, sei scema? Stai veramente rinunciando ai tuoi sogni? Alza un po’ il culo dal divano e vai a realizzarli. Rincoglionita.”

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